Quali sono gli indicatori di benessere nelle città italiane secondo l’Istat
L’Istat ha recentemente condotto uno studio su 14 città metropolitane italiane, utilizzando 62 indicatori per misurare non solo la ricchezza economica ma anche la qualità della vita attraverso parametri come salute, istruzione, sicurezza e relazioni sociali. L’obiettivo è superare la mera misurazione del PIL, dando valore a un concetto più ampio di benessere sostenibile. Questo approccio innovativo è al centro del World Forum on Well-being dell’Ocse, che promuove una visione globale del benessere basata su equità e sostenibilità.
Quali città hanno il miglior benessere abitativo in Italia
Firenze, Milano e Bologna guidano la classifica nazionale del benessere abitativo, con oltre il 75% degli indicatori sopra la media. Queste città sono caratterizzate da alti livelli di innovazione, ricerca e qualità dei servizi, riflettendo il loro impegno per un ambiente urbano dinamico e inclusivo. Anche Torino, Genova e Venezia mostrano buone performance, sebbene con valori leggermente inferiori. Le città del Nord Italia, in generale, si distinguono per un reddito medio più elevato, che però si accompagna anche a una maggiore disuguaglianza economica.
Come si posiziona Roma nella classifica del benessere Istat
Le città del Mezzogiorno presentano in media livelli di benessere inferiori rispetto al Centro-Nord, con una significativa eccezione: Cagliari, che si posiziona sopra la Capitale nella classifica del benessere. Roma si trova in una posizione intermedia, rappresentando un “punto di equilibrio” tra le regioni del Nord e del Sud. Con vantaggi su oltre la metà degli indicatori (54,8%), Roma manifesta però anche forti contrasti interni, tra benessere e problematiche sociali. Questi dati evidenziano come l’equilibrio tra qualità della vita e disparità economica sia un tema centrale nelle città metropolitane italiane.
Perché Napoli è la città più insoddisfatta d’Italia
Napoli è tra le città più critiche della classifica, occupando la terzultima posizione prima di Reggio Calabria e Catania. Solo una minoranza dei residenti si dichiara soddisfatta della propria vita e il livello di sicurezza percepita è tra i più bassi del Paese. Con un tasso di mortalità evitabile che arriva a 29,3 decessi ogni 10 mila abitanti, quasi il doppio di Firenze, Napoli risente di un sistema sanitario debole e di elevati rischi sociali. In tema di criminalità percepita, quasi il 58% delle famiglie napoletane considera la propria zona abitativa insicura, ponendo la città al primo posto in Italia. Solo una piccola parte della popolazione si sente sicura a camminare da sola di notte, a conferma di un clima generale di insicurezza.