L’armadillo è un mammifero unico in quanto dotato di una caratteristica corazza. Si tratta di uno degli animali che hanno affascinato scienziati per secoli, inclusi anche pionieri come Charles Darwin. Recenti scoperte hanno ulteriormente ampliato la nostra comprensione di questi straordinari animali, grazie all’identificazione di una nuova specie fossile, vale a dire la Parutaetus oliveirai.
Quando ha vissuto l’armadillo preistorico
Un team di paleontologi dell’Università Federale di Panama, in Brasile, ha individuato un Parutaetus oliveirai nella Formazione Guabirotuba, nello Stato del Paranà, Brasile. Questo mammifero preistorico, secondo quanto accertato dagli studiosi, visse tra 42 e 39 milioni di anni fa, durante l’Eocene medio e tardo. La scoperta fornisce preziose informazioni sulla radiazione adattativa degli armadilli nel Sud America preistorico.
Come è fatto l’armadillo
Il genere Parutaetus era già noto alla scienza fin dal 1902, con la descrizione della specie tipo Parutaetus chicoensis in Patagonia, zona dell’Argentina. Tuttavia, la nuova specie brasiliana si distingue per alcune caratteristiche uniche, tra cui osteodermi (che sono placche ossee) con più forami ghiandolari e piliferi e una superficie articolare piatta, senza scanalature centrali.
L’armadillo è un animale preistorico
La scoperta di Parutaetus oliveirai mostra una sorprendente continuità evolutiva, evidenziando somiglianze con le specie attuali. Tutto ciò consente di delineare meglio la diversità e l’adattamento degli armadilli prima del Grande Scambio Americano, l’evento che seguì l’unione tra Nord e Sud America.
Grazie a questa scoperta, gli scienziati possono comprendere meglio le differenze tra le specie arcaiche e moderne di armadilli. L’obiettivo è quello di gettare luce su un capitolo ancora poco esplorato della storia evolutiva di questo animale. Questa ricerca non solo amplia la nostra conoscenza della biodiversità preistorica, ma sottolinea anche l’importanza degli armadilli come simbolo dell’ecologia sudamericana, ieri come oggi.
