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In un interessante sviluppo scientifico, recenti scoperte hanno rivelato una preoccupante connessione tra l’inquinamento dell’aria e il tumore al seno. Donne che abitano o lavorano in zone caratterizzate da livelli elevati di particelle sottili nell’atmosfera sembrano presentare infatti un rischio maggiore di contrarre questa malattia rispetto a coloro che si trovano in ambienti meno inquinati. Sono queste le conclusioni di uno studio sull’impatto dell’esposizione all’inquinamento atmosferico, in ambito residenziale e lavorativo. I risultati sul rischio di cancro al seno sono stati presentati al Congresso della European Society of Clinical Oncology (ESMO) a Madrid. E, in seguito a queste scoperte, esperti di tutto il mondo stanno esortando a una revisione dei limiti di sicurezza.

Risultati preoccupanti: serve correre ai ripari
In particolare, i dati emersi da questa ricerca hanno rivelato un’associazione statisticamente significativa tra l’esposizione a lungo termine alle particelle sottili nell’aria e il rischio di sviluppare il cancro al seno. E questo sia nell’ambiente domestico che sul luogo di lavoro. Tale scoperta ha smentito i risultati di studi precedenti che avevano focalizzato l’attenzione solo sull’esposizione alle particelle fini nel luogo di residenza. La ricerca precedente aveva dunque mostrato effetti minimi o addirittura nulli sul rischio di cancro al seno. La responsabile del Centro Oncologico Globale Léon Bérard di Lione, Béatrice Fervers, è giunta a queste conclusioni dopo un’attenta analisi.
Tumore al seno: le particelle sottili dai polmoni passano al sangue
Il dottor Charles Swanton, oncologo presso il Francis Crick Institute di Londra, spiega il meccanismo di questa inquietante correlazione. Le minuscole particelle di inquinamento atmosferico, conosciute come PM2,5, hanno la capacità di penetrare profondamente nei polmoni umani e persino di entrare nel flusso sanguigno, da dove vengono assorbite nei tessuti, compreso il seno. Questa scoperta solleva interrogativi sulla possibilità che gli inquinanti consentano alle cellule dei tessuti mammari, con mutazioni preesistenti, di propagarsi e favorire la formazione del tumore attraverso processi infiammatori. Una cosa simile era stata osservata nei pazienti non fumatori affetti da cancro al polmone. Esistono ora solide prove epidemiologiche e biologiche del legame tra l’esposizione alle particelle PM2,5 e il cancro al seno. È dunque indispensabile ridurre l’inquinamento al fine di prevenire la diffusione di questa malattia devastante.