Una nuova analisi del DNA di Ötzi, la mummia del Similaun, ritrovata in Trentino, il 19 settembre del 1991, svela nuovi dettagli sulla fisicità e sullo stato di salute di quest’uomo dell’età del rame. Il corpo, ritrovato al confine tra Italia e Austria, era in buono stato di conservazione grazie all’ibernazione dovuta ai ghiacci. Dunque è stato possibile eseguire studi nel corso degli anni. Gli studi eseguiti nel 2008 sentenziarono che il suo ceppo genetico non esiste più. Dall’esame degli osteociti, gli scienziati avevano già scoperto che Ötzi era morto tra i quaranta e i cinquant’anni.
Sapevamo già anche che il suo penultimo pasto era stato a base di cerali e carne di stambecco, accompagnato da bacche e l’ultimo, invece a base di speck di stambecco. Insomma, sapevamo già un sacco di cose su di lui ma non sapevamo ancora tutto. A dare ulteriori dettagli sull’uomo del ghiaccio sono intervenuti i ricercatori dell’Istituto tedesco Max Planck per l’Antropologia evolutiva e del centro di ricerca Eurac di Bolzano. I risultati del loro lavoro sono pubblicati sulla rivista Cell Genomics.
Il nuovo esame del DNA condotto su Ötzi, a dieci anni dalla mappatura del suo genoma, ha rilevato che la sua pelle era scura, che soffriva di calvizie e che aveva una predisposizione all’obesità. Questi nuovi dati, mettono in discussione l’idea che ci si era fatti di lui. Infatti, la rappresentazione più diffusa lo vedeva con folti capelli lunghi. L’analisi del DNA ci dice, invece, che, al momento della sua morte, l’uomo del Similaun aveva quasi sicuramente una forma di calvizie avanzata. Non solo, ai già riscontrati in passato problemi cardiovascolari, va aggiunta una predisposizione all’obesità e al diabete di tipo 2.
Altra novità riguarda il colore della sua pelle, sino ad oggi ritenuta di tipo mediterraneo-europeo. Invece Ötzi aveva una carnagione più scura e risulta che appartenesse a una popolazione alpina relativamente isolata, con pochi contatti con altri gruppi europei.
© 2023 Near Future - Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli (Registrazione n. 31 del 21/07/2022)
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