Malattie croniche in aumento: la sfida sanitaria
Le malattie croniche costituiscono la prima causa di morte nel mondo, includendo patologie gravi e diffuse come diabete, cardiopatie e tumori. In Italia, i dati dell’Osservatorio Salutequità rivelano che oltre 24 milioni di persone soffrono di una o più di queste condizioni, e il loro trattamento comporta un costo sanitario superiore ai 65 miliardi di euro, cifra destinata a salire. Il convegno “Viaggio nelle cronicità: percorso del paziente e strategie terapeutiche”, promosso dal senatore Guido Quintino Liris, ha riunito esperti e rappresentanti delle istituzioni per sensibilizzare su questa problematica crescente. La condizione cardio-renale-metabolica (CRM), che include malattie cardiache, renali e metaboliche, è particolarmente rilevante, colpendo circa 11,6 milioni di italiani.
Diagnosi precoce e “patient journey”: un approccio integrato
Affrontare le malattie croniche richiede un approccio integrato e coordinato, che includa diverse figure professionali. Il professor Loreto Gesualdo, nefrologo presso l’Università di Bari e presidente della Fondazione Italiana delle Società Medico-Scientifiche (FISM), ha sottolineato come il nefrologo giochi un ruolo cruciale nella diagnosi della malattia renale cronica e nella collaborazione con altri specialisti, quali il medico di base, il cardiologo e il diabetologo. Questo percorso di diagnosi e trattamento, definito “patient journey”, è essenziale per garantire ai pazienti un’assistenza completa e tempestiva. Una diagnosi precoce può fare la differenza, soprattutto per patologie come il diabete, che spesso accelera il rischio di altre malattie croniche.

Disparità regionali nella gestione delle cronicità
Un altro tema critico è la disomogeneità nell’accesso alle cure in Italia, dovuta alle diverse capacità organizzative ed economiche delle regioni. Come evidenziato dal dottor Domenico Gabrielli, direttore di Cardiologia al San Camillo-Forlanini e ex presidente dell’ANMCO, le differenze regionali possono influire significativamente sulla tempestività della diagnosi e sulla qualità dei percorsi di cura. In alcune regioni, le persone con scompenso cardiaco e altre patologie croniche riescono ad accedere a servizi diagnostici e terapeutici avanzati, mentre in altre risulta più difficile ottenere assistenza specialistica. Queste diseguaglianze sottolineano la necessità di migliorare l’equità nell’accesso ai servizi sanitari, garantendo a tutti i pazienti le stesse opportunità di diagnosi e cura, indipendentemente dalla loro posizione geografica. In conclusione, il miglioramento nella gestione delle malattie croniche in Italia passa attraverso diagnosi precoci, percorsi di cura integrati e una riduzione delle disparità regionali, elementi fondamentali per rendere il sistema sanitario più efficiente e sostenibile.