Lo studio, guidato dal genetista Jeffrey M. Friedman, si è concentrato sull’ipotalamo ventromediale, un’area del cervello fondamentale per la regolazione dell’appetito e del glucosio. In questa zona risiedono neuroni che esprimono la proteina BDNF (fattore neurotrofico cerebrale), i quali influenzano direttamente il comportamento alimentare. Quando questi neuroni vengono inibiti, i topi mostrano un aumento estremo del consumo di cibo, fino al 1200% in più. Non solo, i neuroni attivano anche i movimenti masticatori della mascella, anche in assenza di cibo, indicando che la fame potrebbe indurre reazioni automatiche.
I neuroni BDNF sembrano essere il centro di un circuito neurale a tre parti che collega i segnali di fame ai muscoli della mascella. Questo circuito inizia con i neuroni nella regione del nucleo arcuato dell’ipotalamo, che ricevono stimoli di fame, come la leptina, prodotta dalle cellule adipose. Da qui, l’informazione passa ai neuroni BDNF nell’ipotalamo ventromediale, i quali poi trasmettono il messaggio al tronco encefalico, stimolando direttamente la masticazione.
La connessione tra fame e masticazione può anche essere legata a movimenti compulsivi della bocca, tipici dei comportamenti da stress. Ad esempio, azioni come mordicchiare una matita o rosicchiare ciocche di capelli possono essere una manifestazione di questo circuito neurale. Il tronco encefalico, connesso alla mascella, riceve segnali dai neuroni BDNF e, stimolato da impulsi di fame o stress, innesca reazioni involontarie. Queste scoperte aprono nuove prospettive per comprendere meglio i disordini alimentari e il controllo dell’appetito, fornendo potenzialmente nuovi approcci terapeutici per gestire il comportamento alimentare. I disturbi alimentari sono patologie complesse caratterizzate da comportamenti alimentari anomali che influenzano negativamente la salute fisica e mentale. Tra i più comuni vi sono anoressia, bulimia e disturbo da alimentazione incontrollata, spesso legati a fattori psicologici come bassa autostima, stress e pressione sociale. Questo nuovo studio può risultare molto interessante anche per il contrasto di questi disturbi.
© 2023 Near Future - Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli (Registrazione n. 31 del 21/07/2022)
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