Home » Tecnologia » Sicurezza Informatica » Privacy a rischio a causa dei sensori di luce degli smartphone
Negli ultimi anni, gli smartphone sono diventati una parte integrante della nostra vita quotidiana, utilizzati non solo per comunicare e intrattenersi, ma anche per operazioni finanziarie. Tuttavia, i ricercatori del Massachusetts Institute of Technology hanno individuato, per quel che riguarda la privacy, una potenziale vulnerabilità comune a molti dispositivi: i sensori di luce.
Questi sensori, utilizzati per regolare la luminosità dello schermo in base all’ambiente circostante, non richiedono generalmente l’autorizzazione dell’utente. Lo studio del MIT, pubblicato su Science Advances, ha evidenziato come tali sensori possano essere sfruttati per tracciare i movimenti delle dita vicino allo schermo.
L’algoritmo sviluppato dal team del MIT è stato testato su un tablet Android, dimostrando la capacità di ricostruire le sagome delle dita, seppur in modo sfocato, in circa 3 minuti e 18 secondi per ogni immagine. Questo tempo relativamente lungo attualmente limita l’efficacia di eventuali attacchi di tracciamento.
Il dottor Yang Liu, capo del progetto, ha suggerito alcune contromisure. Gli utenti possono impostare manualmente la luminosità dello schermo e ridurre la precisione e la velocità di rilevamento per limitare il rischio di tracciamento. Per i produttori, posizionare i sensori sui lati anziché frontalmente potrebbe ridurre l’interferenza con le ombre delle mani. In questo modo, sebbene la minaccia alla privacy sia stata evidenziata, le contromisure proposte offrono la possibilità di ridurre i rischi fino a quando non verranno implementate soluzioni più adeguate.
© 2023 Near Future - Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli (Registrazione n. 31 del 21/07/2022)
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