
Eruzione vulcanica di Grindavik
Negli ultimi giorni di Dicembre 2023, a seguito di un’intensa attività, è iniziata un’eruzione vulcanica poco a nord dalla città di Grindavik, in Islanda. L’eruzione è avvenuta nei pressi del Monte Hagafel e come le precedenti eruzioni è stato di tipo fissurale. La spaccatura, di circa 3.5 chilometri, ha visto fuoriuscire fontane di lava di centinaia di metri e scorrere dai 100 ai 200 metri cubi al secondo di lava. A preoccupare esperti ed autorità è stata soprattutto la vicinanza del centro eruttivo alla città di Grindavik.
Dopo quasi un mese, il 14 Gennaio 2024, un nuovo evento eruttivo ha portato alla luce una frattura del terreno. Nonostante le dimensioni rispetto all’evento di Dicembre siano inferiori, la nuova frattura si trova a pochi metri dalle case della città di Grindavik. Nei giorni precedenti a quest’ultima eruzione, è stata costruita una barriera protettiva posta ai margini della città, ma la forza del fiume di lava ha avuto la meglio ed il 15 Gennaio 2024 le prime case sono state distrutte.
La barriera contro la lava
Per la protezione della città di Grindavik è stato realizzato un terrapieno (un accumulo di terreno) lungo 7 chilometri e alto fino a 10 metri. Bulldozer e scavatrici sono state impiegate per accumulare il terreno lungo una linea protettiva che avrebbe avuto lo scopo di proteggere la città dalla lava. Lo scopo di tale progetto è quello di deviare la lava verso est ed ovest, così da evitare la città
La lava raggiunge Grindavik
Venerdì 12 Gennaio 24, dopo qualche giorno di quiescenza, è iniziato un nuovo sequenza sismica. L’attività è culminata il 14 Gennaio, con l’apertura di una fessura di quasi 1 chilometro, questa volta posto più a Sud rispetto alla fessura del 18 Dicembre 2023. In un primo momento la barriera sembra svolgere bene il proprio compito deviando la lava. Dopo poche ore una nuova fessura si apre, posta a pochi metri dalla città di Grindavik. La lava che fuoriesce in poco tempo raggiunge le prime strutture. Precedentemente la città era stata completamente evacuata, e dopo 48 ore lo scorrimento della lava si è fermato. L’ammontare dei danni si ferma “solo” a tre case. Nonostante ciò ci sono ancora molte preoccupazioni.

Quanto durerà l'eruzione?
Non è possibile sapere con esattezza quanto tempo durerà questo evento eruttivo. Eventi simili, in passato, hanno avuto una durata di 6 mesi per poi riprendere successivamente. Il sottosuolo è pieno di magma che non è fuoriuscito e nuove fessure potrebbero aprirsi nei giorni a venire.
Perché in Islanda ci sono terremoti e vulcani?
L’Islanda è un’isola situata nella parte settentrionale dell’Oceano Atlantico, a nord dell’Europa. L’isola, di origine vulcanica, deve la sua nascita alla sovrapposizione di due sorgenti magmatiche. Infatti, il magma proveniente da un hotspot del mantello incrocia il magma della dorsale medio oceanica, dando vita all’isola, che in ultima analisi, rappresenta una porzione emersa della dorsale. Questa particolare condizione rende l’Islanda molto attiva dal punto di vista vulcanico e geotermico. L’Isola stessa, formatasi 20 milioni di anni fa, è costituita da basalti. Proprio la risalita di nuovo magma dal sottosuolo crea fratture nella crosta causando i numerosi terremoti che ogni anno colpiscono l’isola. In diverse occasioni, così come per le eruzioni avvenute a Dicembre e Gennaio, l’attività sismica culmina eruzioni vulcaniche e la fuoriuscita di lava.

Che cos’è un’eruzione fissurale
A differenza dell’attività vulcanica principalmente conosciuta in Italia, si pensi al Vesuvio, l’Etna o i vulcani delle Isole Eolie, un’eruzione fissurale rappresenta una spaccatura nella crosta di forma lineare. In questo caso non c’è un cono singolo da cui avviene l’eruzione, ma una vera e propria linea continua da cui fuori esce lava e materiali piroclastici. Questa tipologia di eruzioni è proprio tipica delle dorsali medio oceaniche, ecco perché non stupisce l’intensa presenza di tali fenomeni lungo l’intera isola. In Islanda si contano circa 130 vulcani, ma non tutti sono attivi.

Cosa succede se erutta un vulcano in Islanda?
Effetti nel lungo periodo
Gli elementi rilasciati durante queste eruzioni possono essere nocivi per l’ambiente e l’uomo. Elementi come i fluoruri rappresentano una grande minaccia per il bestiame. Nel 1783 a seguito di un massivo rilascio in atmosfera di fluoruro, circa il 79% delle pecore presenti in Islanda morì. Inoltre, eventi di grande portata possono mutare le condizioni metereologiche.

Effetti nel breve periodo: il caso dell’Eruzione in Islanda del 2010
Le eruzioni di Dicembre e Gennaio che hanno coinvolto la città di Grindavik non hanno creato particolari disagi in Europa. La situazione fu differente per l’eruzione dell’Eyjafjöll del 2010. Infatti tra il 15 e il 23 Aprile del 2010 il traffico aereo europeo fu completamente interdetto a causa delle nubi di cenere diffuse in atmosfera. Il blocco del traffico, se pur in maniera parziale, si è protratto fino a Maggio dello stesso anno. Questo ha causato numerosi disagi in ambito politico, artistico e sportivo. Ad esempio, in vista della gara di andata valida per la semifinale di Champions League, il FC Barcellona capitanato da Lionel Messi ha raggiunto il campo avversario dell’FC Internazionale (a Milano) in pullman.
