Dall’anno 2012, ben 24 stati degli Stati Uniti, oltre a Washington D.C., hanno adottato leggi che consentono il possesso e la vendita di piccole quantità di marijuana per fini ricreativi. Gli studiosi hanno deciso di esaminare l’effetto di questa liberalizzazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, analizzando le statistiche dell’U.S. Bureau of Labor dal 2006 al 2020. La sorprendente conclusione è che, “2 e 3 anni dopo l’adozione” di queste normative, “gli infortuni erano significativamente più alti“, segnalano gli autori dello studio.
L’aumento del 10% negli infortuni è una cifra rilevante, con picchi ancora più preoccupanti del +11,9% tra i giovani lavoratori impiegati a tempo pieno. La ricerca dimostra che questa tendenza negativa è particolarmente marcata tra i lavoratori più giovani, mentre studi precedenti avevano evidenziato risultati diversi tra le fasce d’età più avanzate.
Gli autori dello studio ipotizzano due possibili spiegazioni per l’incremento degli infortuni tra i giovani lavoratori. Una teoria suggerisce che la marijuana possa impattare sulle funzioni cognitive e sull’attenzione, influenzando così la sicurezza sul lavoro. Un’altra ipotesi è che la cannabis potrebbe servire da “porta d’accesso a droghe più pesanti”, aprendo la strada a comportamenti più rischiosi nei contesti lavorativi.
Mentre la legalizzazione della cannabis ha portato a diversi cambiamenti sociali, il suo impatto sulla sicurezza sul lavoro, in particolare tra i giovani, solleva interrogativi importanti che richiedono ulteriori approfondimenti e riflessioni.
© 2023 Near Future - Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli (Registrazione n. 31 del 21/07/2022)
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