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Un recente studio condotto dal Centres for European Policy Network (Cep) ha messo in luce una prospettiva allarmante per il mercato del lavoro europeo. Entro i prossimi anni, circa 20 milioni di persone potrebbero perdere i loro posti di lavoro a causa dell’accelerato sviluppo dell’intelligenza artificiale. Questo rapido cambiamento non colpirà solo i lavoratori meno qualificati, ma anche coloro con competenze avanzate, ponendo una sfida significativa per la stabilità economica e sociale dell’Unione Europea.
L’innovazione tecnologica ha storicamente contribuito ad aumentare le competenze e la produttività dei lavoratori. Ma secondo gli esperti del Cep, l’intelligenza artificiale generativa porterà a un cambiamento irreversibile, mettendo a rischio intere categorie professionali. Si prevede che entro la fine del decennio, circa un decimo dei posti di lavoro nell’UE sarà direttamente colpito. Questa trasformazione coinvolgerà una vasta gamma di settori, da manager e consulenti a professionisti legali e specialisti di marketing.

L’impatto distruttivo dell’IA generativa
Le implicazioni di questa transizione non possono essere sottovalutate. La disoccupazione tecnologica, una volta vista come un’eventualità lontana, è ora una realtà imminente che richiede azioni concrete. L’intelligenza artificiale generativa, con la sua capacità di apprendimento e creazione autonoma, minaccia di rendere obsolete molte mansioni che fino ad oggi sono state svolte da esseri umani. Ciò mette a rischio non solo la stabilità economica di milioni di famiglie europee, ma anche la coesione sociale e la fiducia nel sistema lavorativo. È essenziale che i governi e le istituzioni adottino politiche e misure efficaci per mitigare gli impatti negativi di questo cambiamento epocale.
Posti di lavoro, strategie di adattamento e resilienza
Di fronte a questa imminente sfida, i ricercatori del Cep suggeriscono una serie di misure per mitigare le disuguaglianze e promuovere la resilienza sociale. Tra le proposte vi è l’adattamento dei sistemi di sicurezza sociale e una nuova concezione del reddito di base. Quest’ultimo dovrebbe essere considerato come una misura collettiva di condivisione dei rischi, al fine di evitare distorsioni economiche. Questa prospettiva differisce dall’idea di una ‘tassa sui robot’, proponendo invece un approccio più equilibrato e sostenibile per affrontare le sfide poste dall’avanzamento tecnologico nell’UE.
Fondamentale investire nell’istruzione e nella formazione
Inoltre, è fondamentale investire nell’istruzione e nella formazione continua per consentire ai lavoratori di adattarsi alle nuove esigenze del mercato del lavoro. Solo attraverso una combinazione di politiche pubbliche, innovazione sociale e investimenti mirati sarà possibile garantire una transizione equa ed efficace verso un’economia basata sull’IA.