L’Università della California a San Diego, in collaborazione con ricercatori australiani è riuscita ad individuare dei batteri buoni capaci di “divorare” il cancro. In pratica i ricercatori hanno sviluppato microrganismi che rappresentano una svolta nella rilevazione di DNA tumorale all’interno di organismi viventi. Il loro pionieristico approccio ha già dimostrato la sua efficacia nell’individuare il cancro nei topi, aprendo le porte a una nuova generazione di biosensori. Tali sensori sono in grado di identificare infezioni, tumori e altre malattie. Dettagli su questo straordinario sviluppo scientifico, riportati in un articolo pubblicato su Science, rappresentano un balzo avanti nella lotta contro le patologie oncologiche.

La visione e l’ingegno dietro il successo
L’inizio di questa avventura scientifica risale a quattro anni fa. Nel 2019 il leader del team di ricerca, il prof. Jeff Hasty, docente presso la Scuola di Scienze Biologiche dell’UC San Diego e la Scuola di Ingegneria Jacobs, ha abbracciato un’audace visione. “All’epoca, persino l’idea di utilizzare i batteri come rilevatori di DNA di mammifero sembrava una sfida insormontabile”, ha ricordato.
I ricercatori si sono concentrati su una particolare caratteristica dei tumori: il rilascio di frammenti di DNA nell’ambiente circostante. Mentre molte tecnologie possono analizzare il DNA in laboratorio, il vero trionfo risiedeva nel rilevamento del DNA rilasciato nell’ambiente stesso. Questo approccio noto come CATCH (Cancer Advanced Testing through Competent Hunters), ha dato vita a microrganismi progettati per analizzare sequenze genomiche di DNA. Successivamente le sequenze vengono comparate con sequenze predefinite associate ai tumori.
Batteri buoni al lavoro e un futuro promettente
Un’importante chiave per questa rivoluzione è stata l’abilità dei batteri di assorbire il DNA circostante, nota come competenza naturale. Rob Cooper, co-autore dello studio e scienziato presso l’Istituto di Biologia Sintetica dell’UC San Diego, ha spiegato che l’ispirazione è venuta considerando il cancro al colon. La patologia è una delle principali cause di mortalità legate al cancro negli Stati Uniti.
Concentrando gli sforzi sull’ Acinetobacter baylyi, un batterio presente nel colon, si è lavorato su biosensori già presenti nell’intestino, capaci di individuare il DNA rilasciato dai tumori del colon. Questa metodologia si basa sull’identificazione di elementi chiave nel batterio che consentono l’assorbimento del DNA tumorale. Guardando al futuro, i ricercatori stanno adattando questa strategia a nuovi circuiti e a vari tipi di batteri. Lo scopo è rilevare e affrontare tumori umani e infezioni, aprendo la strada a un orizzonte di diagnosi mediche ancora più accurate e tempestive.