L’ictus è un evento neurologico grave, ma ci sono ancora tante domande sulle cause scatenanti e quali soggetti sono più a rischio. Il dottor Luca Valvassori, presidente della SNO (Scienze Neurologiche Ospedaliere), risponde a tutte queste domande in vista del 62esimo Congresso Nazionale della SNO, previsto a Firenze dal 27 al 30 settembre.
Esistono due tipi di ictus: ischemico ed emorragico. Quello ischemico rappresenta l’80% dei casi ed è causato da un’occlusione arteriosa al cervello, con sintomi diversi a seconda dell’arteria colpita. Colpisce sia gli anziani che i giovani e può essere dovuto all’arteriosclerosi o a dissecazioni delle arterie. L’ictus emorragico, invece, è causato dalla rottura di piccole arterie cerebrali, provocando ematomi intraparenchimali. Riguardo alle emorragie subaracnoidee, queste sono associate alla rottura di un aneurisma cerebrale e colpiscono più spesso le donne.
Esistono campanelli d’allarme per l’ictus ischemico, come gli attacchi ischemici transitori, sintomi simili all’ictus ma di breve durata. La prevenzione può essere efficace se queste avvisaglie vengono riconosciute e trattate tempestivamente. Per l’ictus emorragico, invece, spesso si manifestano improvvisi mal di testa intensi. In entrambi i casi, la prontezza di intervento è cruciale.
Quanto alla prevenzione, l’arteriosclerosi e la pressione alta possono avere un componente genetico, ma lo stile di vita svolge un ruolo significativo. La dieta non sembra avere un legame diretto con l’ictus, ma i grassi possono contribuire all’arteriosclerosi. Inoltre la prevenzione è complessa e richiede un controllo regolare della pressione, della glicemia e dell’arteriosclerosi.
Per quanto riguarda i trattamenti, per l’ictus ischemico ci sono opzioni come il trattamento fibrinolitico entro le poche ore successive all’evento e la trombectomia meccanica. Quello emorragico, invece, ha meno opzioni terapeutiche e la gestione è più complessa.
Un ictus causa danni più o meno gravi. In Italia, la presa in carico e la riabilitazione dei pazienti colpiti rappresentano una sfida. La vita media è aumentata e si salvano sempre più persone, ma ciò comporta una maggiore necessità di cure e riabilitazione. La fisioterapia è fondamentale, ma c’è una carenza di strutture di lungodegenza, mettendo a dura prova il sistema sanitario e le famiglie. È necessario trovare soluzioni per migliorare l’assistenza e garantire una riabilitazione adeguata.
© 2023 Near Future - Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli (Registrazione n. 31 del 21/07/2022)
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