Tra il perdere il lavoro e l’incidenza di aborti spontanei o morti alla nascita potrebbe esserci una connessione. Lo ipotizza una ricerca condotta da un gruppo di esperti guidati dalla dottoressa Selin Koksal. Lo studio si è svolto presso l’Istituto per la Ricerca Sociale ed Economica dell’Università dell’Essex, nel Regno Unito. Pubblicato sulla rivista Human Reproduction, ha sollevato una serie di interrogativi sulle implicazioni della stabilità lavorativa sulla salute delle madri in gravidanza e dei loro neonati.
Gli studiosi hanno analizzato i dati provenienti dall’indagine “Understanding Society,” condotta su un vasto campione di 40.000 famiglie nel Regno Unito nel periodo compreso tra il 2009 e il 2022. Tra queste famiglie, sono stati esaminati ben 8142 casi di gravidanza, ciascuno con informazioni dettagliate sulla data del concepimento e l’esito della gravidanza. I risultati hanno rivelato che la perdita del lavoro, sia da parte della madre che del partner, è stata associata a un sorprendente raddoppio delle probabilità di aborto spontaneo o morte del feto.
Nonostante queste scoperte inquietanti, gli scienziati sottolineano che questo studio non può ancora dimostrare un nesso causale diretto tra la disoccupazione e l’interruzione della gravidanza. La dottoressa Koksal ha dichiarato che ulteriori ricerche sono fondamentali per comprendere appieno la complessa relazione tra la perdita di lavoro e la salute materna. Il prossimo passo, secondo Koksal, sarà l’analisi dei fattori socioeconomici che influenzano l’interruzione della gravidanza. Ci si concentreràsu gruppi specifici a rischio, come i lavoratori precari. Questa ricerca potrebbe gettare luce su come la perdita di lavoro sia collegata a un aumento del rischio di aborto spontaneo o morte del feto in modo più preciso. Con ricerche future mirate, si spera di gettare luce su questa complessa questione per migliorare la salute delle madri e dei loro futuri figli.
© 2023 Near Future - Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli (Registrazione n. 31 del 21/07/2022)
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