Il carcinoma mammario rappresenta il tipo di tumore più comune tra le donne. In Italia, una donna su otto è destinata a svilupparlo nel corso della sua vita. Nel 2020, secondo l’Associazione Italiana Registri Tumori (AIRTUM), sono stati diagnosticati 55.700 casi, con un leggero aumento dello 0,5% rispetto all’anno precedente. Tuttavia, grazie agli sforzi delle campagne di screening e all’aumentata consapevolezza delle donne, la maggior parte dei tumori maligni al seno viene oggi individuata in una fase iniziale. Questo consente trattamenti chirurgici meno invasivi e terapie più efficaci. Ciò ha portato a un tasso di sopravvivenza di circa l’88% a cinque anni dalla diagnosi.

La prevenzione è la principale alleata contro il carcinoma mammario
Nonostante l’incremento dell’incidenza, soprattutto tra le fasce più giovani, la mortalità è in calo (6% in meno nel 2020 rispetto al 2015). Pertanto, è fondamentale concentrarsi sulla prevenzione, iniziando già dai 20 anni di età.
Oltre ai controlli annuali effettuati da uno specialista senologo, alle mammografie biennali a partire dai 50 anni e alle ecografie (nel caso delle fasce più giovani e solo se necessario), gli esperti raccomandano l’autopalpazione mensile (a partire dai 20 anni) per rilevare eventuali cambiamenti nell’aspetto delle mammelle. A questi metodi di prevenzione potrebbe aggiungersene uno nuovo: uno scanner a ultrasuoni indossabile. Si tratta di uno strumento sviluppato dai ricercatori del Massachusetts Institute of Technology (MIT) negli USA, per la diagnosi precoce del tumore al seno nelle donne ad alto rischio. Testato su una donna di 71 anni con precedenti cisti mammarie, lo scanner è in grado di individuare formazioni di soli 3 millimetri di diametro (tipiche dello stadio iniziale dei tumori) fino a una profondità di 8 centimetri. Questi risultati sono stati pubblicati sulla rivista Science Advances.
Lo scanner a ultrasuoni
L’origine dell’idea di questo dispositivo riutilizzabile risale alla fisica e ricercatrice di materiali presso il MIT, Canan Dagdeviren. A seguito della perdita di un familiare per un carcinoma mammario sviluppatosi tra due controlli di screening, ha concepito un dispositivo diagnostico indossabile. Tale strumento, stampato in 3D, ha una struttura flessibile e si adatta alla forma del seno, integrandosi agevolmente in un reggiseno in tessuto morbido. Utilizzando uno scanner a ultrasuoni che può ruotare su sei diverse posizioni, il dispositivo offre immagini precise e profonde del tessuto mammario. In questo modo si permette un monitoraggio continuo e aumentando il tasso di sopravvivenza fino al 98%.
La tecnologia a ultrasuoni offerta da questo dispositivo rappresenta un’alternativa meno invasiva e priva di radiazioni nocive rispetto alla mammografia, che è costosa e potrebbe non essere sempre accessibile. La ricerca dell’MIT apre la strada a nuovi metodi per il monitoraggio dinamico del tessuto mammario e all’imaging non invasivo, gettando le basi per un futuro più promettente nella diagnosi precoce del cancro al seno.