Dal congresso in Catalogna, che ha riunito i massimi esperti del settore, è emerso che la copertura vaccinale anti-Covid in Italia non è stata molto efficace: nel Belpaese si è arrivati al 12% dei soggetti a rischio immunizzati, mentre il resto d’Europa è sopra il 50%. L’Italia deve rivedere la politica sulle vaccinazioni e tra pochi giorni uscirà un documento congiunto Simit-Siti per preparare la prossima campagna vaccinale autunnale che – secondo gli esperti – dovrà raccomandare anche l’anti-Covid insieme all’antinfluenzale. Ma cìè anche la preoccupazione per l’epidemia di morbillo, che sta creando diversi problemi in vari Stati del Vecchio Continente.
Cosa si intende per copertura vaccinale?
La percentuale di persone vaccinate è un indicatore fondamentale per valutare l’efficacia delle strategie vaccinali. Questo dato riflette la reale implementazione delle campagne di vaccinazione e l’efficienza del sistema di distribuzione dei vaccini a livello locale. Il tema delle coperture vaccinali deve tornare la priorità delle politiche sanitarie, hanno sostenuto con fermezza gli esperti, microbiologi e immunologhi riuniti in Catalogna. In particolare, Massimo Andreoni, direttore scientifico della Società italiana di malattie infettive e tropicali (Simit) e professore ordinario di Malattie infettive Università Tor Vergata di Roma. “L’antibiotico resistenza rappresenta un problema di sanità pubblica in tutti i paesi – ha detto Andreoni – All’Escmid sono stati presentati diversi studi su nuovi approcci per arrivare a combattere i super batteri. Tra queste strategie sembra interessante quella che usa i ‘virus fagi‘ che aggrediscono i batteri in maniera molto specifica. Sono virus non in grado di infettare le cellulare umane ma di attaccare le cellule batteriche di pseudomonas o stafilococco, ad esempio”.

Cosa prevede il Piano nazionale di prevenzione vaccinale
Il Piano nazionale prevenzione vaccinale (PNPV) 2023-2025, approvato in Conferenza Stato-Regioni ad agosto scorso, prevede un calendario nazionale per armonizzare le strategie vaccinali messe in atto nel Paese e garantire alla popolazione, indipendentemente da luogo di residenza, reddito, livello socio-culturale e status giuridico, i pieni benefici derivanti dalla vaccinazione. Questa, infatti, va intesa come strumento di protezione sia individuale sia collettiva.
Gli obiettivi del Piano nazionale di prevenzione vaccinale
- mantenere lo stato polio free
- raggiungere e mantenere l’eliminazione di morbillo e rosolia
- rafforzare la prevenzione del cancro della cervice uterina e delle altre malattie HPV correlate
- raggiungere e mantenere le coperture vaccinali target rafforzando governance, reti e percorsi di prevenzione vaccinale
- promuovere interventi vaccinali nei gruppi di popolazione ad alto rischio per patologia, favorendo un approccio centrato sulle esigenze del cittadino/paziente
- ridurre le diseguaglianze e prevedere azioni per i gruppi di popolazione difficilmente raggiungibili e/o con bassa copertura vaccinale
- completare l’informatizzazione delle anagrafi vaccinali regionali e mettere a regime l’anagrafe vaccinale nazionale
- migliorare la sorveglianza delle malattie prevenibili da vaccino
- rafforzare la comunicazione in campo vaccinale
- promuovere nei professionisti sanitari la cultura delle vaccinazioni e la formazione in vaccinologia.
Qual è il periodo migliore per fare il vaccino antinfluenzale?
Il Ministero della Salute raccomanda, compatibilmente con la disponibilità di vaccino, di partire con la campagna vaccinale dall’inizio di ottobre e offrire la vaccinazione ai soggetti che hanno i requisiti in qualsiasi momento della stagione influenzale.