Il ghiaccio marino antartico gioca un ruolo fondamentale nei periodi di muta annuale dei pinguini di Adelia. Lo dimostra un innovativo studio, pubblicato su Proceedings of the National Academy of Sciences. Nonostante il Mare di Ross abbia ancora una buona disponibilità di ghiaccio marino, potrebbero esserci problemi nel ciclo annuale dei pinguini, che potrebbero peggiorare a causa dei cambiamenti climatici in atto.
Si ritiene che i pinguini di Adelia effettuino la muta annuale, lontano dalle colonie riproduttive. Questo processo, durante il quale i pinguini cambiano il loro intero piumaggio, dura tre settimane circa e richiede molte energie. Proprio questa peculiarità, rispetto alle altre specie, rende lo studio di questa fase difficile per i ricercatori. Infatti, per realizzare questo studio, Annie Schmidt, del Point Blue Conservation Science a Petaluma in California, e il suo team hanno utilizzato i dati dei registratori subacquei geolocalizzati piazzati per un anno su 195
pinguini adulti nel Mare di Ross. Il monitoraggio è avvenuto fra il 2017e il 2019. I dati ricavati hanno dei momenti di vuoto prolungati durante l’attività subacquea dei pinguini. Questo avviene dopo la riproduzione e segnala il periodo della muta. I dati hanno segnalato due aree chiave per la muta.
Monitorando con il telerilevamento satellitare i pinguini di Adelia si sono fatti due importanti rilievi. Il primo è che, negli ultimi cinque anni, la concentrazione di ghiaccio marino in queste aree è stata particolarmente basse nel periodo della muta. Il secondo riguarda la correlazione tra i tassi di ritorno annuo dei pinguini di Adelia alle colonie riproduttive e la concentrazione di ghiaccio marino nelle aree di muta. Infatti, negli ultimi 20 anni, si è osservata una presenza di pinguini che va dal 2,4 al 4,8 in meno per ogni diminuzione della concentrazione di ghiaccio nelle aree di muta del 10%. Questo significa che, in un breve futuro, i pinguini potrebbero avere dei problemi in fase riproduttiva a causa del cambiamento climatico. E questo implica mutamenti più ampi su tutto l’ecosistema antartico.
© 2023 Near Future - Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli (Registrazione n. 31 del 21/07/2022)
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