Come pensano gli animali? Sicuramente, almeno una volta nella vita, si sarete posti questa domanda. Una domanda a cui è difficile dare una risposta perché, molto spesso, pensiamo di “misurare” il pensiero degli animali secondo il nostro. Negli ultimi anni, molti studi scientifici sono stati condotti sulle abilità percettive e cognitive degli animali, stabilendo alcune analogie con il modo di ragionare degli esseri umani. Gli esperimenti, però, fanno riconsiderare molti dei presupposti di partenza utilizzati negli ultimi secoli. Ad esempio, è stato confutato che un animale col cervello più piccolo rispetto alla sua dimensione, sia meno intelligente. Dunque, come approcciarsi al pensiero degli animali? La cosa migliore sarebbe avere con loro un approccio diverso. Immaginandoli come “alieni”, senza trasferire su di loro l’esperienza che abbiamo della mente umana. Vediamo alcuni casi particolari.

Lo studio sulle giraffe pubblicato sulla rivista Scientific Reports
A maggio scorso è stato pubblicato uno studio sulla rivista Scientific Reports che ha dimostrato come le giraffe, che hanno un cervello piccolo rispetto alla loro stazza, possano prendere delle decisioni basate su informazioni statistiche. Ricercatori di psicobiologia e neuroscienze dell’Università di Lipsia e dell’Università di Barcellona hanno costatato che già dall’età di un anno le giraffe sono in grado di prendere tali decisioni.
L’esperimento è stato molto semplice: a cinque giraffe sono stati mostrati due contenitori trasparenti in cui c’erano pezzi di zucchine e di carote. In un contenitore c’erano più zucchine e nell’altro più carote. i ricercatori prelevavano un pezzo da ciascun contenitore e li offrivano alle giraffe a mani chiuse, così che le giraffe non potessero vedere se si trattava di carote o zucchine. Alla fine, tutte le giraffe sceglievano la mano che proveniva dal contenitore con più carote, che loro preferiscono, dimostrando chiaramente che avevano capito che gliene sarebbero capitate di più statisticamente.
Polpi, calamari e seppie hanno una mente complessa
Dato che la loro mente si è evoluta in modo molto diverso dalla nostra, per noi è difficile capire come agisca la loro mente. Come spiega il filosofo della scienza e divulgatore australiano Peter Godfrey-Smith, in un suo libro del 2016, i polpi sembrano essere curiosi e hanno reazioni impreviste. Sono anche inclini all’adattamento e hanno molta flessibilità. Tutti tratti comuni alla mente umana. Hanno circa 500 milioni di neuroni, più o meno quanti ne ha un cane, concentrati sui tentacoli e non nel cervello. Quindi i tentacoli possono toccare, annusare, compiere azioni complesse, gustare. È come se fossero tanti cervelli a sé stanti. Un modo di percepire il mondo che non possiamo comprende fino in fondo. Una forma di intelligenza diversa.
in conclusione, abbiamo ancora molto da imparare per capire come pensano gli animali e per farlo dobbiamo spogliarci da molte convinzioni e convenzioni.