Quando sorge la primavera? Se chiedete a qualcuno, la risposta comune sarà il 21 marzo. Tuttavia, il passaggio dalla stagione fredda a quella mite può avvenire tra il 19 e il 21 marzo, una variabilità che sorprende. Ma perché avviene questo? Ecco la spiegazione.
La discrepanza tra l’equinozio primaverile e il calendario gregoriano solleva interrogativi sulla natura del tempo e dell’universo. L’asse terrestre, con il suo moto ellittico, impiega 365,25 giorni per completare un anno solare. Di conseguenza, ogni equinozio di marzo avviene circa 6 ore più tardi rispetto all’anno precedente.
La complessità aumenta con gli anni bisestili, come il 2024, in cui si aggiunge un giorno completo per compensare. Tuttavia, nonostante questo sforzo, gli sfasamenti si accumulano nel corso dei decenni.
Guardando indietro, si evidenziano gli intricati dettagli di questo fenomeno. Ad esempio, l’equinozio di marzo del 2022 è avvenuto il 20 marzo alle 15:33 UTC, mentre nel 2023 si è ritardato di circa 6 ore, fissandosi alle 21:24 UTC. Il 2024, con il suo giorno in più, ha visto l’equinozio primaverile alle 03:06 UTC, segnando una variazione significativa. Infine, per il 2025 e il 2026, nonostante siano anni comuni, l’equinozio avverrà sempre il 20 marzo, ma con uno scarto di 6 ore, dimostrando la costante danza tra il tempo astronomico e quello convenzionale. Insomma, l’inizio della primavera non è solo una data nel calendario, ma un evento astronomico complesso che riflette la danza eterna tra la Terra e il Sole. La nostra percezione del tempo potrebbe essere ancorata alle convenzioni, ma la natura continua a danzare al proprio ritmo.
© 2023 Near Future - Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli (Registrazione n. 31 del 21/07/2022)
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