Nel panorama delle malattie neurodegenerative, il Parkinson assume una posizione di rilievo, seconda solo alla malattia di Alzheimer. Secondo il dottor Giuseppe Frazzitta, a capo del Gruppo di Neuroriabilitazione presso la Società Neuroscienze Ospedaliere (SNO), attualmente, circa 300.000 pazienti vivono con questa condizione. Questo incremento significativo, spiega il dottor Frazzitta, è dovuto a due fattori principali. In primo luogo, l’invecchiamento della popolazione ha portato a una maggiore suscettibilità alla malattia. In secondo luogo, negli anni Settanta e Ottanta, i sintomi lievi come il tremore e il rallentamento motorio negli anziani venivano spesso ignorati. Essendo parte naturale dell’invecchiamento, causavano una sottodiagnosi. Oggi il numero di pazienti diagnosticati è in costante aumento, mentre la situazione generale rimane stabile.
Sebbene il Parkinson colpisca prevalentemente gli anziani, il dottor Frazzitta sottolinea che non dovremmo etichettarlo come una malattia esclusivamente legata all’età. Questo morbo fu documentato per la prima volta a Londra nel 1817, quando l’aspettativa di vita era di appena 39 anni. Sebbene l’esordio tipico si verifichi tra i 45 e i 55 anni, il Parkinson non è letale, il che significa che molti pazienti possono raggiungere un’età avanzata. Questa longevità contribuisce a perpetuare l’idea errata che sia una patologia esclusiva degli anziani.
Sempre il dottor Frazzitta rileva che il principale fattore di rischio associato al Parkinson è lo stress. L’occasione per rendere pubblico tale assunto è il 62esimo Congresso Nazionale delle Scienze Neurologiche Ospedaliere (SNO). Il congresso è a Firenze dal 27 al 30 settembre, presso il Palazzo degli Affari. Studi dimostrano che la maggior parte dei pazienti con Parkinson ha sperimentato eventi stressanti poco prima dell’insorgenza dei sintomi. Pertanto, lo stress svolge un ruolo cruciale nella patogenesi della malattia. Oltre allo stress, la predisposizione genetica rappresenta un secondo fattore di rischio, ma questa è una caratteristica comune a molte malattie. Comprendere il ruolo dello stress nella genesi del Parkinson potrebbe aprire nuove vie per la prevenzione e la gestione della malattia, aprendo la strada a una migliore qualità di vita per i pazienti.
© 2023 Near Future - Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli (Registrazione n. 31 del 21/07/2022)
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