Uno studio condotto sui topi ha evidenziato gli effetti dannosi del cibo fast food sulla salute, in particolare sulla salute del nostro girovita, come già ampiamente noto. Tuttavia, gli scienziati si sono stupiti nel scoprire anche gli effetti negativi sul cervello.
Sebbene sia chiaro che il consumo di patatine fritte e nuggets, le pepite di pollo panate, non porti benefici al nostro sistema digerente e alla nostra forma fisica, ciò che accade ad altre parti del nostro corpo è stato oggetto di una ricerca innovativa condotta presso l’Università di Chicago. Gli scienziati hanno documentato gli effetti preoccupanti del fast food sull’area cerebrale. In laboratorio, i ricercatori hanno somministrato una dieta composta da cibo fritto nell’olio solitamente usato dalle catene di fast food globali a un gruppo di topi. Hanno scoperto che l’olio per la frittura riutilizzato e riscaldato, tipico delle cucine dei fast food, è estremamente dannoso per il cervello.
Nei topi alimentati con oli riutilizzati e riscaldati, si sono osservate infiammazioni al fegato correlate a un maggiore declino cognitivo (o demenza). Rispetto al gruppo di controllo, che ha seguito una dieta sana, i topi dell’esperimento hanno mostrato danni cerebrali e al colon. Inoltre, la ricerca ha indicato che il danno cerebrale sembra trasmettersi anche alla prole dei ratti. “Per quanto ne sappiamo, siamo i primi a segnalare che l’integrazione a lungo termine di olio fritto nella dieta aumenta la neurodegenerazione”, hanno dichiarato i ricercatori.
Qual è la correlazione tra fegato e cervello? Semplicemente, l’assunzione di olio riscaldato e riutilizzato, con i danni che provoca al fegato, inibisce l’assimilazione dell’omega-3, fondamentale per il corretto funzionamento del cervello. Come agire? Lo studio dell’Università di Chicago non mira a vietare del tutto la frittura, ma suggerisce di ridurre il consumo di fast food e di non riutilizzare mai l’olio. Il prossimo obiettivo degli scienziati sarà investigare il legame tra l’uso degli oli da frittura e malattie come il Parkinson e l’Alzheimer: un ambizioso obiettivo per il futuro.
© 2023 Near Future - Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli (Registrazione n. 31 del 21/07/2022)
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