Salvatore Rubino dell’Università di Sassari ha contribuito con campioni provenienti dalla cripta della chiesa di San Antonio a Castelsardo, dove è stato trovato il Plasmodium falciparum in denti datati circa 1600. L’Istituto Max Planck ha utilizzato una tecnica genetica innovativa per identificare tracce del plasmodio nei resti ossei di antiche popolazioni. Questo metodo ha permesso di rintracciare il parassita nel DNA di denti appartenenti a 35 individui vissuti negli ultimi 5.500 anni.
Lo studio ha rivelato che la malaria, oggi confinata in zone tropicali, aveva una diffusione molto più ampia in passato, estendendosi a Nord America, Scandinavia e Siberia. Le tracce più antiche sono state trovate in Germania e Russia, con un caso particolare in un individuo del sito himalayano Chokhopani risalente a quasi 3.000 anni fa.
Johannes Krause, direttore dell’Istituto Max Planck, ha sottolineato come la mobilità e le migrazioni abbiano contribuito alla diffusione della malaria in passato, paragonandole alla moderna globalizzazione. Questo studio offre una nuova prospettiva sulla comprensione della malaria, una malattia che continua a influenzare il nostro mondo.
La malaria si trasmette principalmente attraverso la puntura delle zanzare Anopheles infette. Queste zanzare trasportano i parassiti del genere Plasmodium, che una volta entrati nel flusso sanguigno umano, infettano le cellule del fegato e successivamente i globuli rossi.
I sintomi della malaria includono febbre alta, brividi, sudorazione, mal di testa, nausea, vomito, dolori muscolari e affaticamento. In casi gravi, la malaria può causare ittero, anemia, insufficienza renale, convulsioni, coma e può essere fatale se non trattata tempestivamente.
La prevenzione della malaria include l’uso di zanzariere trattate con insetticidi, indossare abiti protettivi, applicare repellenti per insetti sulla pelle esposta, e assumere farmaci antimalarici profilattici se si viaggia in aree endemiche. Inoltre, il controllo delle zanzare attraverso la riduzione degli habitat di riproduzione e l’uso di insetticidi può aiutare a ridurre la trasmissione della malattia.
© 2023 Near Future - Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli (Registrazione n. 31 del 21/07/2022)
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