L’ombra del morbillo si allunga nuovamente, sebbene con numeri ancora contenuti. La necessità di vigilare attentamente sulla situazione è stata sottolineata da Stella Kyriakides, commissaria Ue per la Salute. La commissaria ha lanciato un appello affinché tutti verifichino il proprio stato vaccinale contro il morbillo e quello dei propri figli. L’aumento dei casi segnalato dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (Ecdc) ha generato preoccupazione. È importante sottolineare che il morbillo rappresenta una minaccia particolarmente elevata per i bambini. Però, come evidenziato dall’Ecdc, può colpire individui di tutte le età. Ecco perché va evidenziata l’importanza di una copertura vaccinale ampia e diffusa.
La gravità della malattia e l’importanza della vaccinazione sono temi al centro del dibattito. Alessandro Diana, esperto in malattie infettive e pediatra presso l’Università di Ginevra, sottolinea un dato importante. E cioè che il morbillo può essere letale, con un tasso di mortalità che oscilla tra 1 e 4 persone su 1000. Un dato statisticamente significativo. Diana evidenzia inoltre che il morbillo può causare gravi complicazioni, ma che le due dosi di vaccino prevengono efficacemente tali rischi. È stato osservato che le persone che sviluppano complicazioni da morbillo sono spesso individui non vaccinati. Ciò mette in rilievo l’importanza della copertura vaccinale per prevenire la diffusione della malattia.
Nel corso della seconda settimana di febbraio sono stati riportati diversi casi di morbillo in Germania, con un focolaio segnalato a Colonia. In Austria, dove la copertura vaccinale è intorno al 90%, sono stati segnalati 55 casi dall’inizio dell’anno (contro i 186 del 2023). Nel 2023, l’Ecdc ha registrato 2.361 casi, con oltre il 74% in Romania. Dal gennaio 2024, sono stati confermati cinque casi di morbillo nell’area che comprende la Città Metropolitana di Milano e le zone circostanti in Lombardia, con varianti che possono eludere i test diagnostici. Questi casi, classificati come genotipo D8 e definiti “sporadici”, non presentano un chiaro legame epidemiologico tra di loro, secondo uno studio condotto da ricercatori dell’Università Statale di Milano e dell’Istituto Superiore di Sanità, pubblicato su Eurosurveillance.
© 2023 Near Future - Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli (Registrazione n. 31 del 21/07/2022)
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