La pandemia di COVID-19 ha indubbiamente rivelato quanto sia cruciale l’uso di filtri per l’aria con materiali fibrosi e fibre sottili per la purificazione di ciò che respiriamo. Il nostro mondo è costantemente pervaso da particelle sospese nell’atmosfera, spesso dimensionate al di sotto del micrometro. Questo fenomeno è particolarmente prominente nelle caotiche metropoli urbane. I filtri basati su tessuti non tessuti e altri materiali fibrosi si sono dimostrati essenziali nella cattura di queste particelle dannose per la salute umana. L’efficacia di tali filtri dipende però direttamente dalla sottigliezza delle fibre utilizzate. Pertanto, gli scienziati stanno ora investendo energie nella ricerca e nello sviluppo di nuove tecnologie e materiali capaci di intrappolare in modo efficiente queste particelle e i bioaerosol associati.

Le linee guida per misurare l’efficacia di rimozione delle particelle
In questo caso c’è un articolo di riferimento, pubblicato di recente su Nature Communications: “Indicazioni per la misurazione e la relazione dell’efficienza di rimozione delle particelle nei materiali fibrosi”. L’articolo è firmato dal professor Paolo Tronville e dal ricercatore Vincenzo Gentile del Dipartimento di Energia (DENERG) del Politecnico di Torino. Insieme a loro il ricercatore Jesus Marval del National Physical Laboratory nel Regno Unito.
Questo studio mette in luce le metodologie e gli strumenti essenziali per misurare l’efficienza nella rimozione delle particelle nei materiali filtranti. L’articolo offre inoltre preziose indicazioni sulle migliori pratiche per la misurazione dell’efficienza e la documentazione, garantendo valutazioni affidabili e confronti tra nuovi materiali e tecnologie di filtrazione degli aerosol.
Filtri per l’aria: le potenziali applicazioni e le sfide future
Lo studio apre la strada a un ampio spettro di possibili applicazioni. Una di queste è la progettazione di materiali filtranti ad alta efficienza per dispositivi di protezione individuale delle vie respiratorie. Si possono poi implementare avanzati sistemi di purificazione dell’aria negli ambienti interni, o sviluppare componenti per impianti industriali, con l’obiettivo di migliorare la qualità dell’aria nei luoghi di lavoro. Per il futuro, sarà cruciale stabilire normative globali per la misurazione accurata e ripetibile delle concentrazioni di particelle ultrafini nell’atmosfera. Anche le misure sui materiali filtranti dovranno essere standardizzate per agevolare la comparazione tra nuovi prodotti e tecnologie.
Secondo Tronville: “Questo studio fornisce una solida base per future ricerche e sviluppi nel campo della filtrazione delle particelle nell’aria, contribuendo così a garantire ambienti interni ed esterni più salubri per tutti.”