I retrovirus sono dei virus specifici, capaci di convertire il loro RNA in DNA. Ricercatori italiani e americani hanno scoperto che la riattivazione di una specifica inserzione del retrovirus endogeno HERV-K inibisce l’espressione dell’enzima asparaginasi, responsabile della degradazione della proteina TDP-43. L’accumulo di TDP-43 nelle cellule neuronali motorie è un evento chiave nella patogenesi della SLA, portando alla morte cellulare. Questa scoperta apre la strada a nuove terapie basate sull’inibizione dell’HERV-K, alcune delle quali già in fase di valutazione clinica.
Il progetto, coordinato da Avindra Nath e Marta Garcia Montojo del National Institute of Health (NIH), ha visto la collaborazione di ricercatori italiani dell’Università di Sassari e dell’Azienda Ospedaliera Universitaria di Sassari. Tra loro, Elena Rita Simula, autrice della tesi di dottorato, Leonardo A. Sechi, suo tutor, Paolo Solla, Tommaso Ercoli ed Elisa Ruiu.
La SLA è una malattia progressiva che colpisce i motoneuroni, con un’incidenza e una prevalenza particolarmente elevate in Sardegna. La malattia può manifestarsi a qualsiasi età, ma colpisce principalmente tra i 60 e gli 80 anni. Attualmente, in Sardegna si stimano circa 300 malati.
Il progetto di ricerca ha ricevuto un finanziamento di un milione di euro dal Ministero della Salute, dimostrando l’importanza e il potenziale di questa scoperta nella lotta contro la SLA. La riattivazione di HERV-K rappresenta un nuovo e promettente approccio terapeutico che potrebbe dare nuova speranza ai pazienti affetti da questa malattia devastante.
© 2023 Near Future - Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli (Registrazione n. 31 del 21/07/2022)
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