Una ricerca di fase 3 ha rivelato che l’immunoterapia adiuvante riduce il rischio di mortalità del 38% nei pazienti affetti da carcinoma a cellule renali. Si tratta della forma più comune di tumore renale. L’immunoterapia per avere efficacia deve però essere somministrata dopo l’intervento chirurgico di nefrectomia. Il farmaco Pembrolizumab è stato il protagonista di questo studio, dimostrando risultati promettenti nel migliorare la sopravvivenza globale dei pazienti. I dati di questo studio forniscono una nuova prospettiva nel trattamento del tumore renale. La loro presentazione è avvenuta durante il Symposium 2024 dell’American Society of Clinical Oncology Genitourinary Cancers.
In Italia si registrano ogni anno circa 12.700 nuove diagnosi di tumore renale, di cui l’85% rappresenta forme localizzate. I numeri vengono forniti da Roberto Iacovelli, oncologo medico presso il Comprehensive Cancer Center. Il centro fa parte della Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS di Roma. Tuttavia, una percentuale significativa di questi pazienti è a rischio di sviluppare metastasi nel breve periodo dopo la diagnosi. Ciò peggiora notevolmente le loro prospettive di sopravvivenza.
L’immunoterapia post-chirurgica, come evidenziato nello studio Keynote-564, offre allora un nuovo approccio terapeutico. Riduce infatti il rischio di metastasi e migliora la prospettiva di guarigione per questi pazienti. Questi risultati sono fondamentali poiché il carcinoma a cellule renali rappresenta il tipo di tumore renale più comune. Spesso la diagnosi avviene in modo accidentale durante esami medici per altri problemi addominali, in quanto non ci sono sintomi specifici.
© 2023 Near Future - Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli (Registrazione n. 31 del 21/07/2022)
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