Il team di ricerca, guidato da Johan Lissenberg dell’Università di Cardiff, ha pubblicato i risultati preliminari sulla rivista Science. La perforazione, realizzata nella primavera del 2023 nell’oceano Atlantico, ha avuto luogo in una zona dove la crosta terrestre è particolarmente sottile, permettendo così un accesso diretto al mantello. Questa scoperta segna un significativo progresso nella geologia, consentendo l’analisi di un’area che fino ad oggi era quasi completamente inaccessibile.
I primi risultati hanno rivelato alcune sorprese. Le rocce estratte contengono meno minerale pirosseno di quanto inizialmente previsto e mostrano concentrazioni molto elevate di magnesio. Questi dati sono fondamentali per comprendere i processi geologici che influenzano la formazione dei vulcani e il comportamento del magma. Inoltre, l’interazione tra i minerali del mantello, come l’olivina, e l’acqua di mare potrebbe rilasciare idrogeno e altre molecole essenziali per la vita.
La carota di rocce offre anche una rara opportunità di esplorare il passato della Terra. Le rocce estratte sono simili a quelle che formavano il pianeta primitivo, fornendo indizi sugli ambienti chimici e fisici esistenti all’inizio della storia della Terra. Susan Lang dell’Istituto oceanografico Woods Hole ha sottolineato che l’analisi di queste rocce potrebbe rivelare le condizioni che hanno favorito la nascita della vita.
Questa operazione di carotaggio rappresenta una tappa fondamentale nella nostra comprensione della geologia terrestre e delle origini della vita, aprendo nuove strade per future ricerche.

Cosa si intende per “cuore” della Terra e quali sono i suoi principali strati?
Il “cuore” della Terra si riferisce ai suoi strati più interni e profondi. La Terra è composta principalmente da tre strati concentrici: la crosta, il mantello e il nucleo. Il nucleo, che rappresenta il centro del pianeta, è suddiviso in due parti: il nucleo esterno, liquido e composto principalmente da ferro e nichel, e il nucleo interno, solido e anch’esso costituito prevalentemente da ferro e nichel. Tra la crosta e il nucleo si trova il mantello, uno strato spesso e semi-solido che gioca un ruolo cruciale nei processi geologici come la convezione e la formazione dei vulcani.
Perché è così difficile studiare il mantello terrestre?
Studiare il mantello terrestre è particolarmente difficile per due motivi principali: la sua profondità e la sua composizione. Il mantello si trova a profondità che superano i 30 chilometri sotto la crosta terrestre, rendendo la perforazione e l’accesso diretto molto complessi e costosi. Inoltre, le alte temperature e pressioni all’interno del mantello rendono difficile l’analisi dei campioni una volta estratti. Di conseguenza, gran parte delle informazioni sul mantello proviene da studi indiretti, come l’analisi delle onde sismiche e dei processi vulcanici, piuttosto che da esplorazioni dirette.
Quali informazioni possono essere ottenute dallo studio del mantello terrestre e perché sono importanti?
Lo studio del mantello terrestre fornisce informazioni cruciali sui processi geologici fondamentali del nostro pianeta. Analizzando la composizione e la mineralogia del mantello, gli scienziati possono comprendere meglio i meccanismi di convezione che guidano i movimenti delle placche tettoniche e la formazione dei vulcani. Inoltre, la composizione del mantello può rivelare dettagli sulla storia della Terra, come le condizioni ambientali primordiali e i processi che hanno portato alla formazione delle prime forme di vita. Queste informazioni sono essenziali per una comprensione completa della geologia terrestre e della storia evolutiva del pianeta.