Recentemente, un team di ingegneri e biologi delle università di Chicago e Houston ha proposto una soluzione innovativa a questo enigma. Lo studio, pubblicato su Science Advances, suggerisce che l’acqua piovana potrebbe aver giocato un ruolo cruciale nella formazione delle protocellule circa 3,8 miliardi di anni fa.
Le goccioline coacervate, compartimenti naturali di molecole complesse come proteine, lipidi e RNA, sono state a lungo considerate potenziali precursori delle prime cellule. Queste goccioline si comportano come gocce di olio nell’acqua e, per molto tempo, si è pensato potessero essere le prime protocellule. Tuttavia, esisteva un problema: queste goccioline tendevano a scambiare molecole troppo velocemente, impedendo la differenziazione e, quindi, l’evoluzione. In altre parole, non si sarebbe potuta sviluppare la vita sulla Terra, poiché le molecole si sarebbero distribuite uniformemente, eliminando ogni forma di competizione.
Il nuovo studio ha trovato una possibile soluzione a questo problema. I ricercatori hanno dimostrato che l’acqua piovana potrebbe aver creato una parete a maglie attorno alle protocellule, rallentando lo scambio di molecole e permettendo l’evoluzione. Questo processo avrebbe favorito la differenziazione tra le goccioline, consentendo la competizione e, quindi, l’evoluzione. In questo modo, le minuscole goccioline di RNA avrebbero potuto dare origine alla vita sulla Terra, evolvendosi in batteri, piante, animali e infine in esseri umani.
© 2023 Near Future - Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli (Registrazione n. 31 del 21/07/2022)
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