Di quanto sono aumentati i sieropositivi negli ultimi anni
Negli ultimi due decenni, l’Italia ha visto un aumento significativo delle persone che convivono con l’HIV. Nel 2000, il numero di persone positive al virus era stimato intorno a 70.000, mentre nel 2023 questo dato ha superato le 120.000 unità. Nonostante l’incidenza dell’infezione sia in diminuzione, il numero totale di casi continua a crescere. Questo fenomeno è legato anche al miglioramento delle terapie disponibili, che consentono a molte persone di convivere a lungo con il virus, trasformandolo in una condizione cronica gestibile. Il punto sulla situazione arriva dall’ ‘Hiv Call 2024: nuove opportunità di gestione e prevenzione’.
Quali sono le priorità contro l’HIV
Una delle priorità nella lotta contro l’HIV è la prevenzione. L’evento “HIV Call 2024” ha fatto il punto sulle opportunità offerte dalle nuove strategie di gestione e prevenzione. Il focus è stato sulla necessità di politiche sanitarie mirate e sull’accesso equo alle terapie. Luciano Ciocchetti, vicepresidente della Commissione Affari sociali della Camera, sottolinea come sia fondamentale che la politica si concentri sull’obiettivo dell’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) di eradicare il virus entro il 2030, attraverso una migliore prevenzione e trattamenti più efficaci.

Quali sono le nuove terapie per combattere l’HIV
Una delle novità più promettenti è rappresentata dai farmaci a rilascio prolungato, che stanno rivoluzionando la prevenzione e il trattamento dell’HIV. Queste nuove formulazioni offrono un’alternativa alla profilassi quotidiana, riducendo la frequenza di assunzione e migliorando la qualità della vita dei pazienti. Le linee guida attuali puntano a rendere ampiamente disponibile la PrEP a lunga durata d’azione, una strategia che potrebbe essere determinante per ridurre il numero di nuove infezioni. Tuttavia, l’Italia deve ancora fare passi avanti in questo ambito, posizionandosi solo al sedicesimo posto in Europa per accesso a tali terapie.
Cosa si intende per terapie Long Acting
I vantaggi delle terapie Long-Acting vanno oltre la semplice comodità. Come spiegato da Andrea Antinori, direttore del Dipartimento Malattie Infettive dell’Istituto Spallanzani, questi farmaci aiutano a ridurre lo stigma legato all’HIV e abbassano il rischio di interruzione del trattamento. Inoltre, Massimo Andreoni della Società Italiana di Malattie Infettive evidenzia come le formulazioni iniettabili migliorino l’assorbimento del farmaco e limitino le interazioni con altri medicinali. In definitiva, investire nella lotta contro l’HIV non solo porterebbe benefici sanitari, ma sarebbe anche un risparmio economico a lungo termine, migliorando la qualità di vita dei pazienti.