Nuove scoperte nel campo della genetica dell’obesità: uno studio condotto dall’Università di Cambridge ha identificato due geni, BSN e APBA1, che possono aumentare fino a sei volte il rischio di sviluppare obesità solo in età adulta. Si tratta di mutazioni rare con effetti significativi. Le varianti genetiche del gene BSN, che interessano circa 1 adulto su 6.500, sono associate a un aumento del rischio di obesità, fegato grasso non alcolico e diabete di tipo 2. A differenza di altri geni dell’obesità identificati in passato, BSN e APBA1 non influenzano il peso corporeo in età infantile.
Si incorre dunque in un nuovo meccanismo biologico. I ricercatori ipotizzano che BSN e APBA1 siano coinvolti in un nuovo meccanismo biologico che regola il controllo dell’appetito. La scoperta di questi geni apre nuove strade per la ricerca di trattamenti mirati per l’obesità in età adulta.
La ricerca di Cambridge consente di fare un passo avanti nella comprensione dell’obesità. “Questi risultati migliorano la nostra comprensione delle basi biologiche dell’obesità”, ha affermato John Perry, uno dei principali autori dello studio. “Le varianti di BSN hanno un effetto significativo sul rischio di obesità, diabete di tipo 2 e fegato grasso, e ci aiutano a comprendere meglio il controllo dell’appetito.”
La scoperta di BSN e APBA1 rappresenta un passo avanti importante nella lotta contro l’obesità. Ulteriori ricerche saranno necessarie per approfondire il ruolo di questi geni e per sviluppare nuovi farmaci e terapie per la prevenzione e il trattamento dell’obesità in età adulta.
© 2023 Near Future - Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli (Registrazione n. 31 del 21/07/2022)
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