L’insufficienza cardiaca grave rappresenta una delle principali cause di mortalità nel mondo, con una domanda di trapianti sempre maggiore e una disponibilità di organi limitata. Una possibile soluzione a questo problema è il cuore artificiale permanente, sviluppato dall’azienda francese Carmat. Entro il 2025, saranno eseguiti i primi impianti sperimentali, aprendo la strada a un futuro in cui i pazienti non saranno più costretti a lunghe attese per un trapianto. Questo dispositivo, progettato per una durata illimitata, è frutto di anni di ricerca e tecnologia all’avanguardia.
Nei laboratori sterili di Bois D’Arcy, vicino Parigi, un team di ingegneri e tecnici lavora alla produzione di questi cuori artificiali. Con una capacità annua di 500 dispositivi, ogni cuore richiede circa due mesi per essere assemblato, combinando l’intervento umano con avanzati sistemi robotici. Il costo attuale, pari a circa 200.000 euro, riflette l’innovazione tecnologica applicata, inclusa una sofisticata scheda elettronica derivata dalla tecnologia missilistica, progettata per garantire un funzionamento duraturo senza deterioramenti.
Dal primo impianto del cuore artificiale Carmat nel 2013, il dispositivo è stato utilizzato come “ponte” verso il trapianto, stabilizzando pazienti con insufficienza cardiaca terminale. In Italia, sono stati effettuati quattro impianti, con un significativo miglioramento della qualità di vita dei pazienti. Il trapianto rimane comunque la soluzione principale, benché insufficiente a soddisfare la domanda globale: a fronte di 64 milioni di pazienti nel mondo, solo il 10% dei casi trova risposta nei circa 6.000 trapianti annui disponibili.
Nonostante il cuore artificiale totale rappresenti già una soluzione efficace e sicura, il suo utilizzo è spesso limitato da barriere culturali e scarsa conoscenza tra medici e pazienti. La sfida per il futuro sarà ampliare la consapevolezza riguardo a questa tecnologia, promuovendone i benefici e rendendola una valida alternativa definitiva al trapianto. Come sottolinea il dottor Claudio Francesco Russo, direttore della Cardiochirurgia al Niguarda e che ha effettuato uno degli impianti, il progresso tecnologico e una maggiore diffusione delle conoscenze sono le chiavi per colmare il divario esistente e trasformare radicalmente la cardiologia.
© 2023 Near Future - Testata Giornalistica registrata al Tribunale di Napoli (Registrazione n. 31 del 21/07/2022)
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